mercoledì 26 giugno 2013

Mitici attori e attori mitici


Il quotidiano La Nuova Sardegna di oggi, 26 giugno 2013, parla dell'esito scenico di "C'è del Marcio a Corinto", a opera del Teatro Impossibile, regia del maestro Elio Turno Arthemalle con la collaborazione di Felice Colucci e di Emanuela Lai. Nella realizzazione dell'esito, sono stato coinvolto per la parte di inquadramento mitico e di riduzione dei sacri testi di Eschilo, Euripide e Seneca (e con qualche proposta sulla messa in scena).
I due giorni di rappresentazione (quattro spettacoli, con ogni volta il cast che ruotava) all'Ex Liceo Artistico di Cagliari hanno avuto un buon successo di pubblico, e hanno dato a chi ha partecipato (in scena e fuori) grandi soddisfazioni.

Dalla lunga storia degli Atridi sono state selezionate alcune scene che mostrassero il progresso e la trasmissione della colpa.
Elio, come il dio della città sull'Istmo, ha voluto andare oltre tradizionale interpretazione "gessata e immobile", "accademica" in chitone e coturni, mirante a una ricostruzione "fedele" del teatro greco, questa sì, impossibile ai giorni nostri. Se i miti sono sempre attuali, se il teatro greco è ancora attuale, si può e si deve cercare la novità nella continuità della parola dei tragici.
Testo fedele e messa in scena innovativa e attuale: ed è stata la scelta vincente.
Chi mai avrebbe sospettato che una sedia a rotelle rovesciata sulla scena, con una ruota che gira abbandonata a sé stessa - la sedia su cui poco prima sedeva Agamennone -, potesse essere il simbolo più adatto a sottolineare il monologo di Clitemnestra?
Non mi vergognerò adesso a contraddire tutto ciò che ho detto prima, per dovere. Non lo nego, ho tutto disposto perché lui non potesse fuggire né rimandare la morte... 

Ma ecco le scene selezionate per lo spettacolo.

Dal "Tieste" di Seneca sono state estratte due scene: l'evocazione dell'Ombra di Tantalo a opera della Furia Infernale ed il banchetto di Atreo.

Dall' "Ifigenia in Aulide" di Euripide, l'arrivo di Clitemnestra, i monologhi di Agamennone e della regina e l'esaltata accettazione del sacrificio di una Ifigenia quasi anticipatrice di Giovanna d'Arco.

E poi l'Orestea di Eschilo.
Dall'"Agamennone" ecco il ritorno del re (ben diverso da quello di Aragorn!), il dialogo tra Cassandra e Clitemnestra (in versione Eros&Thanatos), il monologo di Clitemnestra e la "baruffa" tra Egisto e il coro.
Due grandissime interpretazioni di Clitemnestra e quattro grandi Cassandre hanno "allietato" il pubblico in un vortice di lucida follia e vendetta, in una riduzione di quella che forse è la più grande tragedia mai scritta.

La scelta di rappresentare le "Coefore" in un buio quasi totale ha dato un tocco in più al dramma del matricidio.
Qui l'oscurità è stato l'elemento scenico più rilevante: un'oscurità magica nel complotto tra Oreste ed Elettra; cupa nel monologo della balia; profonda come la notte che precede la nascita, nel matricidio. E la luce è entrata nello spazio scenico solo al momento dell'omicidio di Clitemnestra,

E infine le "Eumenidi": tecnologiche, con proiezioni, luci, filmati, per dirci che le tragedie non finiranno mai di trovare forme attuali per un contenuto universale.
Il processo che segna il nascere della democrazia, e i rischi della democrazia stessa hanno preceduto il catartico finale in cui Zeus, comunque voglia essere chiamato, regna sovrano, in un cerchio che si chiude.

I giovani attori (e qualche "nonno attore" :-D ) hanno dato il loro meglio, sia che fossero omicidi nell'oscurità, ombre infernali, cori preoccupati o ignari, servi fedeli, schiavi barbari dalla lingua "incomprensibile" (avreste mai immaginato una Cassandra castigliana?), divinità distanti o crudelmente opprimenti, re e regine e principi avvolti nella tela del destino.
Come detto gli attori hanno svolto ruoli diversi a distanza ravvicinata, in una sfida prima di tutto a sé stessi e ai propri limiti.
Una sfida vinta, nonostante la fatica (di Ercole). Una fatica premiata dalla soddisfazione di aver ceduto corpo, voce e anima per due sere al dio del teatro.

Ma in cambio anche essi sono entrati a far parte dell'infinita catena del mito.


Una piccola notula
I mitologi più puristi si chiederanno a che pro l'amletico titolo "C'è del marcio a Corinto" in una riduzione sulle tragedie degli Atridi, che si svolgono a Micene (Argo, nella convenzione eschilea).
L'elaborazione dell'esito partiva da una serie di incontri intitolati, appunto, "C'è del marcio a Corinto" sulle tragedie e su alcune opere classiche (vedi il percorso di incontri Servizio Pubblico - Transiti e Soste).
Al momento della messa in scena, gli attori (che ormai tra loro si definivano "Marci" quanto e più dei rapper), hanno scelto di mantenere il titolo originario, pur consapevoli dell' "errore"filologico, e nonostante gli sguardi obliqui di qualcuno (tra cui io :-D ). 
Ma il magico mondo del teatro ha anche il compito di spiazzare lo spettatore, no?

NB: la pagina della Nuova Sardegna (articolo di Enrico Pau) non è riprodotta a fini di lucro, ma solo a testimonianza della critica allo spettacolo.

sabato 22 giugno 2013

La Casa degli Atridi



La casa degli Atridi. Casa odiata dagli dei, che ha assistito a molti delitti fra consanguinei, stragi omicidi, il suolo è intriso di sangue.
Questa casa: c'è un coro che non cessa mai, un concerto di voci, e non sono voci propizie. C'è già stato il simposio: loro hanno bevuto e sono diventate ancora più prepotenti. Un simposio di sangue umano resta ancora in casa, non si fa cacciare via il festino delle Erinni, parenti di sangue di questa stirpe! E' difficile scacciarle via: bene insediate dentro la reggia, cantano il canto della colpa originaria, e a turno sputano rancore sul letto fraterno, che sia funesto a chi lo oltraggiò.
(adattamento mio da Eschilo, Agamennone)



Locandina realizzata da Valeria Cabras

venerdì 21 giugno 2013

ATRIDI - Atroci Tragedie Riproposte in Dionisiache Interpretazioni


Tra i riduttori dei testi, ci sono anche io!

Valeria Cabras fecit imaginem.

sabato 8 giugno 2013

I Sette a Tebe 7 - Polinice

Polinice vs Eteocle, tonight, per il titolo di Re di Tebe

Polinice, figlio di Edipo, alla Settima Porta.
Chi mai potrà andare contro di lui.?


ESPLORATORE
Ti dirò ora del settimo, che sta dinanzi
alla settima porta, tuo fratello, e dirò
quali sciagure impreca contro la città:
di salire sulle torri, ed acclamato
re della terra dall'araldo,
innalzare il canto del saccheggio;
ed azzuffandosi con te,
cadere dopo averti ucciso,
o cacciare in esilio chi lo oltraggiò,
e allo stesso modo punirlo col bando.
Questo egli grida; e invoca gli dei della gente,
e gli dei della patria, perché le suppliche
di Poliníce giungano a compimento.
Regge uno scudo rotondo, di nuova foggia;
e sopra v'è impresso un duplice segno:
una donna guida saggiamente un uomo,
e lui dice che essa è la Giustizia;
e così dicono le lettere impresse lettere: «Quest'uomo
io guiderò: avrà la terra dei padri,
avrà il possesso della casa degli avi».
Questa è la sua speranza. Ora tu provvedi
a chi manderai contro costui.
Verso una buona rotta ora tu guida Tebe.

ETEOCLE
Oh sciagurato, oh sommo odio degli dei!
O stirpe mia, o misera stirpe di Edípo,
quanto il padre imprecava oggi si avvera.
Ma non è opportuno piangere né gemere,
perché non sorga un altro insopportabile ululato.
E vedremo presto a che varrà l'insegna
di Poliníce, dal nome così consono alle sue opere;
se le lettere d'oro che millantano
sopra lo scudo, con insana mente,
gli schiuderanno le porte. Oh, se la Giustizia,
la vergine figlia di Zeus, guidasse la sua mente
e i suoi atti ciò potrebbe accadere;
ma né quando uscì dal buio seno materno,
né quando fu poppante o adolescente,
né quando la barba si addensò sul suo mento,
la Giustizia si degnò di parlargli.
E neppure ora, io credo, che cerca la rovina
della sua patria, starà vicino a lui:
o è menzognero il nome di Giustizia,
se aiuta un uomo pronto ad ogni eccesso.
Io nutro tale fiducia; e contro lui
io stesso mi muoverò e starò. Chi mai
è più adatto di me?
Re contro re, fratello contro fratello
lì starò, nemico contro nemico.
(miei riduzione e adattamento da I Sette a Tebe, di Eschilo)


E il seguito è l'Antigone.

martedì 4 giugno 2013

Dei e dee del mare


Dei "mezzo cugini" (come si usa dire dalle nostre parti) mi hanno chiesto una lista di divinità marine per un tableau di nozze. Eccolo qui.
Così, giusto per postare un elenco.
Perché i nomi nascondono miti.


(Dove non specificato appartengono alla mitologia greco-romana)

Antichi Dei del Mare
Oceano
Proteo
Nereo
Poseidone
Nettuno
Glauco
Tritone

Ulmo (miti tolkieniani)
Osse (miti tolkieniani)
Manannan (miti celtici)
Llyr (miti gallesi)
Njord (miti scandinavi)
Enki (sumeri)
Ea (assiro-babilonesi)
Nun (egizi)
Hai Re (Cinese)
Tam Kung (cinese)
Watatumi (giapponese)
Avatea (Polinesia)
Duktuthl (Tlingit)
Dagon (fenicia)
Oannes (mesopotamia)
Agwè (Haiti)



Antiche dee del mare
Teti
Anfitrite
Doride
Climene
Galatea
Oritia
Glauce
Melite
Calipso
Aretusa
Calliroe
Dione
Elettra 
Toe
Rodeia
Meti
Perseide


Yemaja (mito Yoruba della Giunea e macumba brasiliana)
Uinen (miti tolkieniani)
Mama Cocha (inca)
Tin Hau (cinese)
Faravari (Madagascar)
Lakshmi (indù)
Sedna (Inuit)
Kiwa (Polinesia)



Mitici navigatori
Odisseo
Giasone

Brandan (Irlanda)
Erik il rosso (Islanda)
Earendel (miti tolkieniani)
Tuor (miti tolkieniani)
Elwing (miti tolkieniani)
Howori (giapponese)
Utnapishtim (assiro-babilonesi)
Ziusudra (accadico)
Atrahasis (sumerico)
Gluskap (Micmac)
Manu (Indù)
Nu (Hawaii)
Bran Mac Febal (Irlandese)


Le navi mitologiche
Argo
Wingelot (miti tolkieniani)
Earrame (miti tolkieniani)
Yamato (cartoni giapponesi)
Blue Noah (cartoni giapponesi)
Manasikatuma (giapponese)
Skidblade (vichinghi)
Va'a (Tahiti)


I mostri marini
Kraken (miti del Nord)
Leviathan (miti ebraici)
Jasconius (miti irlandesi)
Sirene
Scilla
Cariddi
Le Simplegadi
Moby Dick (dal romanzo)
Tiamat (assiro-babilonesi)
Kingu (assiro-babilonesi)
Au Guang (drago cinese del mare orientale)
Cipactli (azteca)
Ludjatako (indiani Creek)
Jormungander (scandinavi)


PS: l'immagine non è mia, ma del Mytico Martin Mystére che ha concesso i diritti alla Sergio Bonelli Editore. Leggete Martin Mystère, spesso il miglior fumetto italiano seriale. Maggiori info qui