venerdì 5 ottobre 2012

Parti maschili - Il figlio del dio chiamato CavallA! 1


Abbiamo iniziato QUI e continuato QUI la narrazione di come Zeus Padre... sia stato in due casi Zeus ***Madre***! Ovvero, benché fosse rimasto il maschio più virile dei tre mondi, il dio del Cielo Luminoso poté partorire, sebbene in modi abbastanza singolari.

Oggi racconteremo di come un dio (maschio) si tramutò in animale (femmina). Di come fu ingravidato (!) e di come partorì. E non si tratta di uno degli dei creatori per eccellenza, anzi... 

Loki in un antica lapide
Di Loki (altresì detto Loprt) si narrano tante nefandezze e tante imprese.
Figlio di Laufey e del Fulmine Globulare, di lui si dice che fosse infido come il fuoco distruttore. Si dice anche che avesse una lingua tagliente, che fosse sfacciato, crudele, un travestito per necessità, uno spergiuro, un assassino e un istigatore all'assassinio.
Si sa che procurava guai, ma che sapeva risolverli quando gli Aesir, gli dei Norreni, non erano in grado di uscirne.
Loki era il padre di Hela, la Signora della Morte, di Fenrir, il Lupo del Destino, e di Jormungandr, il Serpente del Mondo: progenie nefasta per gli dei.
E fu padre di Nari e Vani, sfortunati figli destinati a un crudele fato.

Gli scaldi nordici narrano anche di come Loki fu non il padre, ma la madre di... beh, seguiteci e lo scoprirete, perché la storia è singolare.

Ecco come andarono le cose.

Asgard secondo un illustratore recente;
in primo piano Bifrost, il Ponte dellìArcobaleno
Come in tutte le saghe il primo passo da fare è un passo indietro.
La dimora degli dei, Asgard, aveva bisogno di mura. La guerra tra le due famiglie divine di Aesir e Vanir era stata perniciosa, ma era stata risolta con lo scambio di ostaggi: i danni della guerra erano però evidenti.
E nella mente di Odino c'era sempre la visione del Ragnarokkr, la battaglia finale tra le forze degli dei e quella dei nemici. Orde di avversari mostruosi che si scatenavano contro le dorate dimore degli dei, giganti del Gelo e del Fuoco, schiere di morti malvagi...

Basta. Asgard doveva giustificare il suo nome, e diventare un vero e proprio “recinto” (-gard) degli Aesir, circondato da mura.
C'era un piccolo problema: dove trovare i bastioni adatti a respingere tali nemici?
Midgard, il “Recinto di Mezzo”, il Mondo degli Uomini, era circondato dalle ciglia di Ymir Padre-Dei-Giganti, che formavano alte mura. Ma dove trovare qualcosa di simile?

Mentre Thor, l'ammazza-giganti, era altrove impegnato nel suo “Ragnarokkr preventivo”, ovvero a caccia di mostri, o magari alla battuta di pesca al Serpente del Mondo, alla porta di Odino giunse un tipo robusto, di professione muratore.
Il “Maestro del Muro” aveva saputo delle esigenze degli dei, disse, ed era qui a proporre un “preventivo”: si offriva di costruire lui i bastioni di Asgard. Li avrebbe fatti a regola d'arte, disse, mura talmente possenti da respingere i Giganti del Ghiaccio.
E l'avrebbe fatto in sole tre stagioni.
E da solo, senza apprendisti o compagni di muratoria.
Il prezzo, poi, era modico: solo il Sole, la Luna... e naturalmente la bellissima Freya, la dea dell'Amore come sposa.
Se avesse fallito... beh, gli Aesir si tenessero pure ciò che avrebbe fatto fino a quel punto.
Gratis.

Gli dei si indignarono: il prezzo era esorbitante. Loki propose di farlo lavorare e poi di farlo fuori e non pagare. Gli Aesir rifiutarono una vigliaccata così grossa.
Ma avevano bisogno di mura, ed erano piuttosto avidi: l'idea di non pagare per anche parte dell'opera non sembrò loro così sgradita...

Loki tornò alla carica e insisté perché accettassero.
Se proprio non potevano rinunciare all'opera del muratore (altri preventivi non si vedevano, l'opera era persino più imponente del Ponte sullo Stretto del Sjaelland!), che lo mettessero nelle condizioni di non poter rispettare i patti, e tenersi ciò che avrebbe fatto.
Gli dei del Nord erano piuttosto formalisti. Non esperti di cavilli, certo, ma se il cavillo si poteva trovare e ci si poteva guadagnare...
Che Loki spiegasse bene cosa intendeva!

E il subdolo dio (mezzo gigante, a dire il vero) suggerì che il tempo a disposizione del muratore fosse ridotto a una sola stagione. Se avesse ritardato anche solo di un giorno, come promesso dal muratore, tutta l'opera compiuta sarebbe rimasta agli dei, e l'artigiano se ne sarebbe dovuto andare senza alcuna paga.

Loki in una interpretazione moderna
Ah, Loki!
Questo Nelson dei Simpson scandinavo non si sarebbe mai perso l'occasione di prendere crudelmente in giro il muratore allo scadere del periodo, quando l'artigiano si sarebbe reso conto di aver lavorato per nulla!
Gli dei forse si guardarono un po' istupiditi (succedeva sempre quando Loki iniziava a “intortarli”). Tyr, il dio della giustizia, come al solito si oppose al tranello, Heimdall, il Guardiano del Ponte dell'Arcobaleno propose come al solito di staccare la testa a Loki, poi tutti si bevvero una birra, e qualcuno iniziò a ridacchiare. Una sola stagione per fare le mura di Asgard! Assurdo.
Un'opera immane, un muratore da solo... Lavoro gratis...
Loki, forse, aveva avuto una buona idea!

E così Odino fece la controproposta: se il muratore avesse compiuto il lavoro da solo ed entro l'Estate, avrebbe avuto la mercede richiesta.
Toccò al muratore grattarsi la testa: i tempi di costruzione erano stati radicalmente ridotti. L'idea di una proroga e di una variante modello Autostrada Salerno-Reggio Calabria non faceva parte della mentalità di questi dei nordici.
Così chiese una sola cosa: di potersi aiutare con un suo cavallo. E che gli dei giurassero di mantenere i patti su ciò che avevano di più sacro.
E Loki insisté che glielo si concedesse: si desse pure allo sciocco artigiano l'illusione di potercela fare...
Odino accettò, tutti giurarono con leggerezza e allegria, probabilmente tutti si versarono un bel po' di birra e idromele, e il giorno dopo gli dei si alzarono a vedere l'inizio dei lavori.

Le facce sorridenti e beffarde di Loki e degli dei durarono poco.
Svadilfari e il muratore
Il muratore aveva iniziato di buon mattino il suo lavoro, e presto gli Aesir si resero conto che l'artigiano era più veloce di quanto avrebbero mai potuto sospettare. Tagliava massi enormi e li metteva al loro posto con una rapidità soprannaturale.
Il vero segreto del suo lavoro, però, era il suo cavallo Svadilfari: robustissimo, fortissimo, instancabile. Trascinava apparentemente senza sforzo gli enormi massi per tutta la distanza tra le montagne e Asgard. E appena il suo padrone li aveva messi a posto sul muro che si alzava, il destriero era pronto a ricominciare la sua fatica.

Pochi giorni e nessuno più sorrideva nelle case ricoperte d'oro. Le mura salivano giorno per giorno, e un paio di calcoli fecero capire che il muratore avrebbe completato l'opera ben prima dell'Estate.
Quanto a Freya, i suoi bellissimi occhi erano pieni di lacrime: per lei, l'idea di un matrimonio con un rozzo artigiano era semplicemente inconcepibile!

Gli dei si guardarono in faccia: chi aveva spinto i Poteri del Nord in una strada senza uscita?
Ovviamente i fumi dell'idromele erano finiti.
E tutti si ricordarono delle insistenze di un dio dalla lingua lunga e mezzo gigante...
E mentre Heimdall iniziò ad affilare la sua spada, Loki iniziò a pensare che forse stavolta l'aveva fatta davvero grossa.

Il seguito al prossimo post!
Asgard nella visione di Jack Kirby da The Mighty Thor della Marvel

Alcune piccole note...
A qualcuno potrà sembrare strano ed empio accusare gli Aesir di avidità come abbiamo detto. Eppure, come dimostra anche la storia di Ottur e del tesoro di Fafnir, l'oro non era all'ultimo posto nelle preferenze di Odino e famiglia.

“Maestro del muro” è il calco dall'espressione che definisce i muratori nel Campidano: “maist'e muru”, così come “su maist'e linna” (“maestro del legname”) è il falegname.

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