domenica 13 settembre 2009

MITOLOGIA COMPARATA – Fiori di melo, tempo di spose 3


Abbiamo parlato di come in alcuni miti indoeuropei ed in particolare greci, le mele siano legate al matrimonio.
Oggi racconteremo due storie in partenza tanto simili da sembrare l'una la variante dell'altra. In esse una mela cotogna e un altro pomo (non d’oro) sono lo spunto per narrare due matrimoni. E' pur vero che queste due vicende più che al mito sembrano appartenere alla sfera della narrazione amena, ma la dea Artemide (solitamente non legata alle nozze) vi svolge un ruolo essenziale.

Ermocare Ateniese si innamorò di Ctesilla, una giovane di Ceo figlia di Alcidamante. L’Ateniese scrisse su un pomo un giuramento nel quale la ragazza si impegnava davanti ad Artemide a sposare nessun altro se non Ermocare, e lo gettò dentro il tempio di Artemide dove in quel momento si trovava Ctesilla.
La ragazza, presa dalla curiosità, raccolse il pomo e, incautamente, lesse a voce alta ciò che vi era scritto sopra: così si trovò legata al giuramento, e a nulla servì lanciare lontano il pomo, in preda alla vergogna.
Ermocare, rispettoso delle tradizioni, andò a trovare Alcidamante, e chiese in sposa Ctesilla: il padre della ragazza acconsentì, ma rimandò le nozze.
Passò del tempo: Alcidamante dimenticò la promessa e decise di fidanzare la figlia a un altro. Ma mentre nel tempio si svolgeva il rito, Ermocare entrò. Questa volta Artemide in persona intervenne, e Ctesilla si innamorò di Ermocare.
Con l’aiuto della nutrice di lei, i due giovani fuggirono ad Atene, e lì nacque loro figlio. Ma Artemide volle punire Alcidamante per non avere rispettato il giuramento suo e della figlia: Ctesilla morì di parto.
Durante i funerali, si vide una colomba levarsi dal letto funebre: il corpo di Ctesilla era scomparso. Quando Ermocare e gli abitanti di Ceo consultarono l’oracolo, esso disse loro di tributare un culto ad Afrodite Ctesilla, nuovo nome della giovane divinizzata.

La vicenda di Aconzio e Cidippe sembra ricalcata sulla vicenda di Ermocare e Ctesilla (o viceversa): i due giovani provengono dalle stesse città, seppure invertite; quasi identico è il modo in cui avvenne la loro unione e i luoghi dove ci fu il giuramento non voluto; però la conclusione è più lieta, e questa versione è più diffusa tra gli scrittori.
Si dice che un giovane di Ceo, tal Aconzio, fosse molto bello ma appartenente a una famiglia agiata ma non nobile. Andato alle feste di Delo, vide Cidippe, bella quant’altre mai: fu il classico colpo di fulmine... a senso unico.
Cidippe non si era neppure accorta del giovane, e nel corso dei festeggiamenti si recò al tempio di Artemide. Aconzio l’aveva seguita: il giovane aveva trovato una mela cotogna, e con la punta di un coltello vi aveva scritto sopra la seguente frase: “Giuro sul tempio di Artemide di sposarmi con Aconzio”; entrato nel santuario lanciò il frutto a Cidippe.
L’ingenua ragazza, incuriosita, lesse a voce alta la frase, e così fece un involontario giuramento alla presenza della dea.
Non sappiamo in realtà se Cidippe fosse disponibile a corrispondere all’amore di Aconzio, di certo il padre non ne sapeva nulla e, da buon padre ateniese, si diede da fare per trovare marito alla figlia.
Ma per tre volte, ogni volta che il padre organizzava una cerimonia di fidanzamento per lei, la ragazza si ammalava tanto gravemente che il rito doveva essere rinviato.
Appena ciò avveniva, Cidippe tornava sana.
Aconzio nel frattempo si struggeva d’amore per la ragazza, e qualcuno giunse addirittura a sospettare che avesse gettato un maleficio su Cidippe. Ma l’oracolo di Delo svelò al padre di lei la verità: la malattia era mandata da Artemide ogni volta che Cidippe stava per venire meno al suo inconsapevole giuramento.
Così il padre, prese informazioni sulla famiglia di Aconzio e trovato che non c’era nulla di indegno nell’imparentarsi con essa, acconsentì alle nozze.
Pare che i due sposini vissero insieme felici e contenti.

Nota: che sia un caso che la legge di gravità di Newton, che regola l’attrazione tra i corpi, sia stata leggendariamente scoperta grazie a una mela?

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