domenica 21 giugno 2009

Tutti figli di Evemero - Bestie, uomini e dei: Jack London e l’origine del mito 1

Ok, forse la rubrica non è quella giusta... ma la lettura (a quasi quarant’anni!) di un classico della letteratura per ragazzi come Zanna Bianca, la scoperta di un GRANDE romanzo, spiazza un po’. E spiazza ancora di più il linguaggio “mitologico” usato dal romanziere americano in gran parte delle sue descrizioni del rapporto tra il “lupo per tre quarti” Zanna Bianca e l’animale-uomo.
E quindi, “scroccando” il titolo a Ossendowsky, ci apprestiamo a diffondere tra le vaste masse dei nostri lettori alcuni passi, che mostrano curiose rispondenze con quella che potrebbe definirsi come una interpretazione evemeristica della divinità.

La storia è presto detta: nato da un lupo canadese e da una mezzosangue, Zanna Bianca incontra diversi tipi di uomini, che diventano suoi padroni. Ma il rapporto tra le due parti, l’animale-lupo e l’animale-uomo, si connota subito come una relazione di fedele-dio.
Oltre a vari titoli di capitoli (“La pista degli dei” parte III, cap. IV; “Il dio pazzo”, parte IV, cap. II; “La proprietà del dio”, parte V, cap. III), le percezioni di Zanna Bianca, la sua “razionalizzazione” animale del suo rapporto con l’uomo, sono descritte col linguaggio del mito.
(I passi sono tratti dall’edizione Giunti 2004, tradotta da Anna Banti).

All’arrivo al villaggio indiano che costituisce la sua prima esperienza con l’uomo (parte III, capitolo I), Zanna Bianca sperimenta il potere del dolore che gli uomini possono dare ai suoi simili (con pietre e bastoni), e intravede un certo senso di giustizia nelle loro azioni (“sentì la giustizia dell’animale uomo e lo riconobbe per quello che era: creatore di leggi ed esecutore di leggi”), ma soprattutto percepisce la profonda differenza tra lui e gli uomini: “a differenza di qualunque animale da lui incontrato, gli uomini non mordevano né artigliavano ma esercitavano la loro forza vitale col potere delle cose morte”.
E’ la svolta: “nella sua [di Zanna Bianca, ndr] mente questo potere era insolito, inconcepibile, innaturale, simile a quello di un dio. Per la sua stessa natura Zanna Bianca non poteva sapere nulla sugli dei: tutt’al più poteva sapere cose che erano al di là della conoscenza; ma la meraviglia e il rispetto che aveva per questi animali umani somigliava al rispetto che un uomo poteva provare alla vista di una qualche creatura celestiale che dalla cima di una montagna scagliasse fulmini con ambo le mani su un mondo attonito”.

E’ facile leggere nello sviluppo delle percezioni del lupo un riflesso di un’idea che si applica agli uomini (non è sempre vero che le opere letterarie che si occupano di “non uomini” servono in realtà per parlare agli uomini degli uomini stessi?).

Innanzitutto il dolore, e il mistero del dolore. L’uomo è immerso nel dolore, il dolore della privazione o dello stimolo fisico, un sentire tanto negativo per lui da richiedere una sua spiegazione.
E le fedi religiose, con i loro miti fanno per lo più proprio questo: spiegano il dolore (o l’assenza di esso per alcuni privilegiati).
Il secondo passo di questa razionalizzazione è infatti individuare una giustizia nascosta nel dolore: l’uomo avrebbe potuto essere felice, ma ha fatto qualcosa che ha portato il dolore. Ha mangiato il frutto proibito, ha aperto il vaso di Pandora, ha ucciso.
Il dolore non è senza senso: il dolore è la “giusta ricompensa” per qualcosa fatta dal singolo uomo o dall’intera specie umana. Se si rispetta la legge del dio (i suoi riti, la sua etica) si può evitare il dolore.

Ma chi è in grado di punire con una giustizia assoluta, chi è l’unico che davvero può creare le leggi? Solo chi ha il controllo di tutto ciò che esiste, ciò che è al di là dei poteri della creatura limitata che prova il dolore e ne cerca la spiegazione.
Gli uomini per Zanna Bianca possono “usare” e “modificare” a proprio piacimento ciò che è al di là delle possibilità per il lupo: il legno, le pietre.
Per l'uomo, chi sa gestire le forze più terribili della natura (non una torcia, ma il Fuoco; non il mattone, ma il Terremoto; non una nave, ma le Onde del Mare) è talmente superiore a lui, che può essere solo un dio.

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