martedì 28 aprile 2009

Il Mito: una definizione (?) con tante parentesi e virgolette -3


Ci siamo detti che il “mito” non è un’esclusiva delle religioni antiche (o comunque “estranee” ai nostri luoghi\tempi). Ma noi che scriviamo in questo blog (e voi che, se vorrete, ci commenterete o insulterete…) di cosa parliamo, quando scriviamo “mito”?

In questo blog ci proponiamo di non usare discriminazioni: tratteremo sullo stesso piano, e dando lo stesso valore, le componenti narrative (episodi, tematiche, caratteristiche dei personaggi) che troviamo simili nelle diverse credenze, di religioni presenti o passate.
Non esamineremo i miti da credenti (o da non credenti), ma da appassionati dei miti stessi.
E prenderemo i miti come esempi dell’ingegno umano applicato a soddisfare quella parola chiave, che forse è la vera distinzione tra esseri umani e altri animali: “Perchè?”

Il “mito” (o la “costruzione mitica”) trae le sue regole da questa domanda: il mito è il fondamento di una credenza (sul mondo, o su una stirpe, o su un rito, o su una religione) e ha un valore, medievalmente, universale.
Questo significa che nella mente di chi lo tramanda (o anche di chi lo redige la prima volta), il mito ha valore per tutti gli uomini, di tutti i luoghi, in tutti i tempi. A prescindere che gli “altri uomini” credessero o non credessero in quello stesso mito!

Quindi, non si offenda nessuno, useremo la parola “mito” o “costruzione mitica” per qualunque tipo di narrazione con le caratteristiche narrative dette sopra, a prescindere dalla provenienza da una fede o religione, passata e presente, rivelata o estinta, diffusa in Europa o ovunque nel mondo.

Con questo abbiamo esaurito tutte le possibilità narrative che ci offre la parola “mito”? Non possiamo ritrovare tipi di narrazioni con caratteri mitici anche nella storia, nell’arte o nella nostra vita quotidiana?

La risposta non può che essere: “Sì”!

Siamo così certi che il modello mitico non si ritrovi in tanta della letteratura (scritta, a fumetti, cinematografica…) dei nostri tempi, a prescindere dall’argomento trattato?
Che differenza c’è tra la morte\falsa morte (e conseguente speranza di ritorno) di Elvis Presley o di un Jim Morrison e il “rex quondam rexque futurus” Artù ad Avalon? E sotto il monte Kyffhauser, forse che Federico Barbarossa non vive ancora “nell’incantesimo del suo castello sotterraneo” come cantava Ruckert?

Ecco quindi che in questo nostro blog racconteremo di Thor e Apollo, ma ci domanderemo anche se dietro il racconto delle visite degli UFO (“mito moderno” per eccellenza, nel senso che per i “razionali” la visita di creature intelligenti provenienti dallo spazio è una “narrazione fantastica”) ci siano delle strutture, delle forme con caratteristiche simili a quelle degli antichi miti.

Oppure ci permetteremo di cercare di capire quanto sotto Ken il Guerriero si nasconda la figura dell’eroe-salvatore comune a tanti miti (troppo facile dire che Dragonball deriva da un racconto mitico cinese… questo lo sanno tutti!).

E infine ci chiederemo se, dietro qualche vicenda recente intorno a qualche personaggio dello star-system, si possa trovare la traccia di qualche archetipo Junghiano comune a tanta parte della storia umana.

E tutto ciò lo chiameremo “mito”, “costruzione mitica” o “episodio mitico”.

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